A Villa Borromeo il legno è protagonista

Situata nella cittadina di Arcore, in Brianza, Villa Borromeo d’Adda è uno splendido complesso residenziale risalente al 1550/1600 circondato da un enorme parco aperto in gran parte al pubblico. Al suo interno, sono presenti varie pavimentazioni in legno risalenti alla metà dell'800 e ai primi del ‘900, già oggetto nel corso degli anni di alcuni interventi di riparazione e costituite da ben nove specie legnose.L’immobile è stato purtroppo abbandonato a se stesso per alcuni decenni, tanto che alcuni tratti del tetto erano crollati. Di conseguenza, numerose erano le infiltrazioni di acqua che si sono riversate all’interno di alcuni vani. Questo ha richiesto un significativo intervento di ristrutturazione edile, durato quasi 3 anni, che ha interessato in pratica tutto l’immobile – dalle fondamenta al tetto – con un dispendio di energie e un investimento economico alquanto notevole.Nel 1980 le proprietà della Famiglia Borromeo d’Adda, a eccezione della sola Cappella Vela, sono state acquistate dal Comune di Arcore. Soltanto nel 2016 è stato possibile iniziare i lavori di restauro della villa nel suo complesso. L’intervento rigenerativo è stato condotto dalla S.E.A. srls (servizi di eccellenza artigiana) in sinergia con la Rangoni Basilio S.r.l., storica struttura fiorentina di falegnameria specializzata nel ripristino di arredi e infissi.Per intervenire su pavimenti in legno che hanno decine di anni di vita – se non qualche secolo – serve personale dotato di una vera esperienza manuale; molte sono le nozioni che si devono conoscere come, per esempio, quelle relative alle varie specie di legno e alla composizione dei prodotti che si intendono utilizzare nel contesto.

PAVIMENTAZIONI IN LEGNO

Le pavimentazioni in legno, posizionate quasi interamente al piano terra, ovvero nel salone centrale chiamato anche “giardino d’inverno”, erano costituite da piastrelle rotonde in rovere intersecate da quadrati in acacia, con una fascia di rigiro in noce nazionale e un bindello di padouk. Vi era poi un disimpegno di passaggio dal salone a un'altra sala in marmo, dove il pavimento era costituito da assi con disegno geometrico in legno di rovere con fascia di ciliegio. Nella cosiddetta “sala della biblioteca”, la pavimentazione era rappresentata da piastrelle in noce nazionale, sagomate geometricamente con una fascia perimetrale alle medesime in legno di acero; in altri due grandi ingressi e corridoi di accesso alla sala da pranzo, il pavimento era costituito da piastrelle rettangolari in mogano intersecate tra di loro, con fascia di rigiro sempre in mogano e bindello di acero. Nella “sala da pranzo” la pavimentazione era posizionata con disegno geometrico e costituita da assi di ciliegio con una fascia perimetrale e bindello in noce nazionale; per finire, al primo piano esistevano due vani in quadri di larice sagomati con fasce perimetrali per ognuno in rovere e quadretto angolare in noce e fascia perimetrale in rovere. Anche la scala centrale era costituita da singoli gradini con alzata e pedata in noce nazionale, così come i due pianerottoli presenti, sia quello centrale sia quello di sbarco al primo piano.[caption id="attachment_18273" align="aligncenter" width="800"] Stato della superficie prima dell’inizio dei lavori[/caption]

RESTAURO

[caption id="attachment_18274" align="alignleft" width="276"] Prove di pulizia[/caption]Il degrado causato dal passare del tempo e diversi crolli di parti di tetto avevano danneggiato seriamente porzioni di pavimento in legno. Diverse zone erano praticamente rovinate in maniera irrecuperabile, altre del tutto scomparse sotto residui di detriti e resti di materiale inorganico. Gli interventi di lavoro programmati e concordati con la Direzione Architettonica del Restauro, sono iniziati con la rimozione manuale dei depositi incoerenti e dei detriti presenti e con la pulizia delle zone interessate. Successivamente, si è passati alla verifica dello stato di degrado del legno, eliminando ogni porzione ormai marcita e/o distrutta dalla presenza di funghi e muffe, fino a ritrovare, come si dice, il buono. Si è poi contabilizzato quanto materiale nuovo ci fosse da recuperare dalla lavorazione di specie legnose simili, per poi reinserirle dove erano mancanti.

PULIZIA

Una volta reintegrate le porzioni di legno mancante, si è passati alla fase di pulizia generale delle superfici in legno con detergenti neutri attraverso l’impiego di stracci in microfibra inumiditi con soluzioni specifiche di prodotti. In pratica si è pulita la superficie delle pavimentazioni intervenendo per rimuovere depositi organici come anche residui di adesivi e depositi inorganici come sabbia, terra e quant’altro rimasto nel corso degli anni inglobato sul legno.[caption id="attachment_18275" align="aligncenter" width="800"] Stesura cera liquida[/caption]

TRATTAMENTI

Le varie parti di legno mancanti venivano “rincollate” al proprio posto con adesivi specifici, in maniera tale da ricomporre il disegno originale, rispettando quindi fedelmente le dimensioni di ogni singolo pezzo mancante; terminata l’opera di ricucitura delle superficie e rieseguita una nuova pulizia, sempre non meccanica ma con stracci e spugne, si è passati alla stesura di un trattamento preservante.Il trattamento preservante è stato condotto con prodotto a base di permetrina, in almeno due successive volte con pennello e vaporizzatore; un intervento atto a prevenire l’insorgere di eventuali insetti nel legno, il quale sia pure oramai centenario, non può permettersi di essere eventualmente attaccato da qualche tarlo specifico.[caption id="attachment_18276" align="aligncenter" width="800"] Lucidatura cera[/caption]Terminata l’opera di ripristino ed eseguita nuovamente un’altra passata di pulizia con i detergenti, si è passati all’intervento di tonalizzazione di ogni singolo legno nuovo inserito nel contesto già presente, al fine di uniformare al meglio la visione d’insieme delle superficie pavimentate.Anche se i legni reintrodotti erano della medesima specie, chiaramente non potevano avere la stessa tonalità di colore data dal passare del tempo e quindi si rendeva necessario intervenire con prodotti specifici per colorare i pezzi nuovi per avvicinarli a quelli esistenti.[caption id="attachment_18277" align="aligncenter" width="800"] Lucidatura finale[/caption]Finito il lungo lavoro di coloritura, una nuova fase di pulizia della superficie è stata condotta con stracci di tessuto in vetro imbevuti di acqua demineralizzata; è seguita poi la fase di aspirazione e stesura del trattamento prescelto dal team di responsabili della Sovrintendenza alle Belle Arti di Milano.Per il trattamento finale protettivo era necessario usare prodotti che lasciassero quanto più naturale la superficie lignea, ma al contempo fossero anche di facile manutenzione e non richiedessero interventi di levigatura meccanica, dato che non si poteva e non si potrà “consumare” lo spessore del legno meccanicamente. Escluse quindi fin da subito le vernici, anche quelle naturalizzanti, ecco che la scelta dei responsabili tecnici si è indirizzata verso prodotti a base di olio naturale e soluzioni di cere liquide vegetali e minerali in solventi alifatici. Il trattamento prescelto ha donato grande lucentezza e capacità di idrorepellenza a tutta la superficie trattata. Dopo decenni di abbandono, l’antico fascino dei pavimenti in legno è riemerso in tutto il suo splendore.[gallery size="large" link="none" ids="18281,18282,18283,18284,18285"]

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