a cura di Michele Ruzza, Fortuzzi Silvia, Davide Pasqualini e Carlo LombardiDivisione Pest Control - GICO SYSTEMSLa “Casa di Riposo per Anziani” è costituita da un edificio di cinque piani, di cui il IV e il V non sono utilizzati, da un’area esterna a verde molto ampia con fontane, panchine e soprattutto alberi secolari che si stagliano in altezza lambendo il quinto piano della struttura. Al piano terra vi sono le aree ambulatoriali per gli ospiti della struttura, oltre a una grande sala conviviale per i degenti, mentre dal primo al terzo piano sono presenti le degenze con sale pasto (ove vengono serviti i pasti preconfezionati e porzionati nelle cucinette di reparto senza una suddivisione precisa del pulito/sporco) e un sotterraneo. La richiesta di aiutoDa un po’ di tempo venivano sempre più spesso segnalate presenze di scarafaggi risultati poi trattarsi di Blatte orientali che, come per magia, comparivano nei diversi piani senza che venisse trovato un plausibile punto o punti di origine, inoltre con una certa frequenza erano ritrovati alimenti rosicchiati (soprattutto mele) evidente segnale di presenza di roditori successivamente identificati come ratti neri.Sopralluoghi e ispezioniLa prima analisi si è sviluppata con un attento controllo della struttura e le indagini hanno subito portato ad evidenziare come nei sotterranei della struttura, dove sorgevano le ex-cucine, gli ambienti erano diventati un accumulo di materiali di risulta per lavori edili e attrezzature non più in uso, ma soprattutto in quegli ambienti non era presente nessuna azione di Proofing con quindi un contatto diretto tra l’areale esterno e l’areale interno, fattore molto predisponente per un eventuale ingresso di muridi nella struttura. Se poi il piano terra e i tre piani adibiti a ricovero non presentavano criticità, se si escludeva l’assenza di zanzariere alle finestre che portavano un costante ingresso di zanzare, il quarto e il quinto piano, che erano disabitati, a parte un alto strato di polvere e ragnatele non presentavano tracce di infestanti.Si è quindi provveduto a posizionare delle foto trappole nelle aree sotterranee per meglio evidenziare se vi era movimento oltre a spargere della farina in alcuni punti di accesso alla struttura e ai piani abitati per meglio valutare se vi era del movimento.Si sono posizionate delle trappole collanti specifiche per blattoidei in punti sensibili della struttura (vuotatoi, bagni, ecc.) chiedendo inoltre al personale della struttura di avvisare tempestivamente in caso di rosura di alimenti o visione di qualsiasi infestante.AvvistamentiDopo due giorni di appostamenti, mentre un tecnico continuava ad analizzare le planimetrie della struttura per approfondire quello che sembrava la casa dei fantasmi in quanto nessuna foto-trappola era scattata, non c’erano impronte di muridi nella farina, ma di contro si era rinvenuta una mela e un pacchetto di crackers rosicchiati in una cucinetta di reparto del II piano mentre sulle 25 postazioni a cattura collante solo in una si era catturata una Blatta Orientalis.Spunti di riflessioneValutata l’effettiva presenza di infestazione, ma posto anche che la stessa non proveniva direttamente dalla prima area sottoposta a monitoraggio e controllo (ovvero i sotterranei) ci siamo messi alla ricerca di quelli che potevano essere eventuali accessi secondari alle interne della struttura. Andando ad analizzare ancora più attentamente i reparti, ma soprattutto dopo un’attenta discussione con la direzione sanitaria, siamo arrivati a sapere che la struttura non più tardi di sette anni prima era stata completamente ristrutturata e quindi in molte zone le pareti originali erano state coperte da cartongessi e dietro alle stesse erano state fatte passare le nuove tubature per la gestione del condizionamento dell’aria.Sulla base di questo dato, in collaborazione con l’ufficio tecnico della struttura, si è richiesta l’apertura di quelle aree d’ispezione delle tubature per andare a valutare se vi era passaggio di infestanti. Proprio analizzando una di queste aperture abbiamo potuto rinvenire delle tracce di muridi su una tubatura, ma la cosa strana era che le stesse puntavano verso l’alto, ovvero nella direzione opposta che ci saremmo aspettati. Rimanendo però sempre concentrati e alla ricerca della soluzione del problema si è deciso di andare a rivalutare la situazione del quarto e quinto piano della struttura e mentre si eseguiva l’ennesimo sopralluogo, parlando con uno dei manutentori è emerso che anche al quinto piano c’era stata la ristrutturazione ma soprattutto si era isolato il sottotetto con un controsoffitto che sembrasse un normale soffitto.Insospettiti della situazione abbiamo richiesto l’apertura di un passaggio verso il sottotetto. Alla sola apertura della botola sul sottotetto è stato facile capire qual era la causa dell’infestazione venendo travolti non solo da un odore sgradevole ma soprattutto da del guano e da una carcassa di volatile. Avevamo individuato con molta probabilità il fulcro dell’infestazione, un’infestazione multipla come talvolta può succedere, ovvero la presenza di guano di piccione causato dalla dimenticanza di chiusura di un lucernaio durante i lavori di ristrutturazione, la presenza di individui di Rattus rattus e anche di Blatta orientalis. Un inusitato connubio, in quanto i ratti spesso si cibano di questi insetti, ma nel caso specifico la preferenza alimentare si era evidentemente rivolta ai crackers e alle mele.Le soluzioniA questo punto i vari problemi sono stati risolti provvedendo a: