Zanzare: un approccio virtuoso dall'Albania

A cura di Marco GeniccoDopo la prima esperienza datata 2014, che vedeva prendere luce il Progetto di Controllo delle Zanzare nelle aree costiere albanesi dedite al turismo e nelle principali città, ho potuto nuovamente esserne parte attiva nel corso del 2020. La realizzazione di questo fantastico progetto ha visto l’impiego di 25 persone tra direttore tecnico, responsabili e tecnici-applicatori sul territorio divisi in squadre che, con l’ausilio di pick-up dotati di atomizzatori automontati, hanno percorso la costa adriatica dell'Albania, partendo molto vicino al confine col Montenegro per terminare la corsa a pochi km dalla Grecia.Nel progetto di controllo sono state inserite anche numerose città che, oltre ad avere una discreta popolazione, sono meta di turisti durante tutto il periodo estivo, tra queste ovviamente la capitale Tirana, la nuovissima Vallona col suo meraviglioso lungomare che ricorda tanto Nizza, per non dimenticare Durazzo e Saranda o la bella Scutari e Shengjin.Il progetto vede ormai dal 2014 l’impiego di soli larvicidi biologici a base di Bacillus thuringensis, utilizzato solo o in abbinamento al Bacillus sphaericus applicati con i più svariati mezzi:

  • granulatori manuali nelle zone cittadine per le tombinature
  • atomizzatori a granuli per le aree paludose
  • pompe a pressione manuale nelle aree di cantieri in costruzione o di scantinati
  • atomizzatori con lance mitra per i canali presenti nelle aree cittadine
  • atomizzatori automontati su pick-up per le vaste aree urbane con sistema cold fogging
Tutte queste attrezzature sono dotate di sistema di tracciamento mediante GPS e permettono, in tempo reale agli organi di controllo, di verificare la tempestività del trattamento e le aree interessate.Il progetto ha avuto origine ovviamente per il controllo delle zanzare presenti in diverse specie sul territorio. Tra queste ricordo la Ochlerotatus (Aedes) caspius, quantitativamente presente nelle aree lagunari albanesi, aree dedite al turismo dove la riproduzione di zanzare è un problema di "fastidio" (ma non solo), che influisce sulla qualità della vita sia dei residenti nelle vicinanze ma soprattutto sulle attività turistiche presenti, spesso includendo il rinvio di piacevoli escursioni, picnic e altre forme di ricreazione all'aperto, fino alla cancellazione alberghiera. In passato per poter fruire di alcune aree turistiche uniche e meravigliose come la laguna di Karavasta, la laguna di Orhicum, per il turista era obbligatoria la necessità di applicare sulle parti scoperte del corpo un repellente per limitare fastidiose e irritanti punture di zanzara durante la permanenza. Tutto questo, prima del progetto di controllo, aveva impatti sociali, culturali ed economici importanti per un Paese che possiede un patrimonio naturale unico ed inestimabile, limitando le attività della comunità con effetto non positivo sul turismo. Va poi ricordato anche l’aspetto sanitario, ed è da tutti riconosciuto che le zanzare possono avere gravi ripercussioni sulla salute della popolazione in generale quando gli agenti patogeni vengono trasmessi dalle zanzare all’uomo. Ma ora vediamo come si articola il progetto sul territorio dalla fase di monitoraggio alla realizzazione del controllo.Le aree soggette alla riproduzione delle varie specie presenti e dannose sono state mappate nel lontano 2013 e regolarmente aggiornate, tutto questo è stato realizzato col sistema GIS. L’aggiornamento avviene anche tramite addetti dei vari Comuni o di privati che segnalano la presenza di siti di riproduzione non mappati. In tutte le aree mappate, i tecnici dell’Istituto della Sanità Pubblica (IShP) procedono ad un monitoraggio attivo, che ha inizio nel mese di maggio, mediante il campionamento delle acque presenti nelle tombinature, fossati, aree di laguna, zone conosciute come depositi, aree in costruzione o segnalate dai cittadini al servizio competente. Per questo servizio sono impegnati 16 tecnici dei distretti regionali coinvolti nel progetto e 6 dell’IShP. I dati raccolti sulla presenza di larve e sul loro stadio di sviluppo portano alla creazione di una mappa di intervento che viene inviata tempestivamente alla squadra di controllo dedicata per quell’area. Questo gruppo di operatori effettuerà l’intervento richiesto entro 24/48 ore con la metodologia scelta, che varia in base alla natura del terreno. A operazioni ultimate l’Istituto di Sanità invia sul posto, 48 ore dopo, i tecnici del IShP che mediante monitoraggi su ogni area trattata valuteranno l’efficacia dell’intervento o procederanno a richiedere un altro intervento suppletivo a titolo gratuito. Nulla è lasciato al caso, tutto è analiticamente previsto, e anche i risultati di mortalità delle larve devono tendere al 100%, ma non bastasse questo dato per dare il polso della situazione vengono anche disposte trappole per il monitoraggio degli adulti sia prima del trattamento che dopo, così da valutarne il decremento. La scelta della metodologia e dei prodotti utilizzati per il controllo delle larve è stata ampiamente confermata nel tempo e solo larvicidi biologici come Vectobac WG 3000 U.I. (Bacillus thuringiensis Israelensis sierotipo AM 65-52) è impiegato alle dosi di etichetta assieme al Vectomax FG che assieme al BTI associa anche il Bacillus sphaericus, che ha dato persistenza in termini di attività nelle tombinature fino a 40 gg.

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