"Siamo per semplificare, ma non per la deregulation che avrebbe effetti nefasti sugli appalti dei servizi: il massimo ribasso andrebbe ad incidere sul costo del lavoro e sulla qualità dei servizi, determinando nell’immediato un crollo del mercato ed il rischio di infiltrazioni criminali"- ha dichiarato in una nota Lorenzo Mattioli, Presidente di Confindustria Servizi HCFS."Chiediamo di rispettare quanto prevede l’Ue in tal senso - continua Mattioli - "Non si può ancora parlare di gare al massimo ribasso, ed il legislatore non può, ancora una volta, cambiare le regole negli appalti senza tenere conto dei servizi. In epoca pre pandemica, il valore complessivo degli appalti era di 170 miliardi di euro, di questi solo il 20% è rappresentato da lavori pubblici, mentre i servizi valgono il doppio (41,6% pari a 70 miliardi). Indagando ulteriormente nel nostro settore, emerge, come esempio non esaustivo, che valgono 6 miliardi gli appalti di pulizia, disinfestazione e lavanolo. Abbandonare questa fetta della spesa pubblica all’incertezza di una nuova normativa significherà, nell’immediato, un crollo del mercato. Il legislatore deve prendere atto che una scelta sbagliata, oggi, impatterà negativamente su milioni di lavoratori e sugli enti locali (primi negli acquisti) che non faranno altro che prorogare appalti vecchi e ormai fuori mercato».