di Mauro ErricoL'intervento ha riguardato la pavimentazione in legno di Noce e di Quercia, ovvero il Rovere nostrano, situata nel salone di rappresentanza di Villa Salviati, un magnifico palazzo storico poco distante dal centro di Firenze. L’intervento rigenerativo è stato condotto dalla SEA (servizi di eccellenza artigiana), in collaborazione con la società Rangoni Basilio, una delle più antiche e storiche strutture fiorentine di falegnameria.Il pavimento in legno e la scoperta archeologica in fase di lavorazioneLa pavimentazione in legno, posizionata come detto nel salone centrale della Villa, era costituta da elementi in Noce posizionati a spina reale (spina di pesce diritta) con bindello e fascia intarsiata di rigiro. Una porzione di questa pavimentazione risultava quasi del tutto irrecuperabile tenuto conto del pessimo stato di conservazione nel quale si trovava. Dopo vari sopralluoghi in accordo con i diversi responsabili dell’Istituzione della Sovrintendenza alle Belle Arti, è stato dato il consenso al recupero e rifacimento del salone, naturalmente mantenendone quanto più possibile l’antica apparenza.Si è pertanto ricercato una nuova quantità di Noce che, stante le normative vigenti oramai da decenni, non poteva essere originale ovvero proveniente da Noce nostrano. Tuttavia una nuova quantità di legno di Noce è stato poi posto a disposizione delle maestranze. Tutta la pavimentazione è stata quindi smontata pezzo per pezzo, zona per zona, numerando tutti i singoli listelli, le fasce e identificando tramite una pianta in scala la medesima ubicazione di ogni elemento ligneo.Durante le fasi di smontaggio, è stata poi portata alla luce una serie di botole in marmo lavorate a mano, facenti parte con ogni probabilità della primaria pavimentazione del Castello del 1300 dei Montegonzi. Queste botole sono state restaurate e riposizionate nel salone centrale inglobandole nella vecchia pavimentazione di legno. La pavimentazione in legno, pezzo per pezzo, è stata poi riposizionata sul piano di posa di nuova costituzione, con lo stesso disegno mediante adesivi specifici. Successivamente con l’utilizzo di una monospazzola a bassi giri, si è proceduto alla pulizia dell’intera superficie lignea.Le modifiche al piano originale e trattamentiRispetto alla primordiale situazione, nella nuova pavimentazione si è dovuto tenere conto di nuove grate inserite lungo i lati perimetrali del vano e di diverse botole apribili, che contenevano i punti di accesso elettrici per gli strumenti tecnici che poi avrebbero preso posto all’interno del salone. Queste sono state le uniche variazioni rispetto alla originale situazione, del resto la tecnologia avanza e dato che nel salone si sarebbero tenute riunioni tecniche e convegni, era sorta la necessità di avere prese elettriche per i vari computer o portatili, disposte sulla superficie lignea del pavimento. Anche queste botole ispezionabili e apribili, sono state coperte con le singole listelle, seguendo sempre e comunque la direzione del disegno che era a spina reale diritta (spina di pesce).Dopo il primo intervento di pulizia, attraverso una certosina pigmentazione manuale, si è proceduto alla così detta “tonalizzazione” dei singoli listelli di nuova fattura che dato che erano nuovi, non potevano certamente avere quel grado di tonalità che i secoli avevano lasciato improntato nella rimanente superficie di vecchie doghe.Finito il lungo lavoro di coloritura, ecco che dopo avere ripulito sempre a mano la superficie, si è proceduto alla stesura di una serie di prodotti a base cera con lucidatura per mezzo di feltri appositi. Era naturale che la superficie del pavimento, al massimo, venisse ritrattata con cere non certo con prodotti filmogeni che avrebbero creato una sorta di plastificazione finale con un risultato certamente non consono all’età della pavimentazione.Il risultato finale Il risultato finale è stato più che soddisfacente tanto da ricevere vari plausi da parte dei responsabili tecnici della Sovrintendenza. Certamente la pavimentazione è ritornata a un antico primordiale splendore rimanendo fedele il più possibile alle proprie caratteristiche originali.