a cura di Alex PezzinIn Italia, dal 1998, la lotta a questo insetto è obbligatoria nelle aree ritenute a rischio infestazione tramite un decreto specifico che viene tradotto in ordinanza dalle amministrazioni territoriali. Con il tempo vi sono stati successivi aggiornamenti legislativi sempre con lo scopo di rendere più efficace la lotta a questo parassita. La processionaria del pino attacca tutte le specie del genere Pinus ma mostra una certa preferenza per Pinus nigra e Pinus sylvestris, inoltre si può trovare occasionalmente anche sui cedri, su Picea abies e su Larix decidua. Danni e schema di lottaSui rami le processionarie creano dei nidi sericei (i cosiddetti nidi di inverno) ben visibili e riconoscibili anche a distanza, sono di forma piriforme e di colore bianco brillante, localizzati soprattutto sulle cime e agli apici dei rami laterali. In primavera fuoriescono le larve che in fila indiana si dirigono su altri alberi per nutrirsi delle foglie (appare particolare che le larve non si nutrano delle foglie dell’albero su cui si trova il nido). All’approssimarsi della stagione fredda le larve ormai giunte alla maturità si interrano a 10-15 cm di profondità e si impupano. La fase sotterranea può durare anche qualche anno. Questo pericoloso lepidottero può essere combattuto utilizzando diversi metodi: innanzitutto con trattamenti insetticidi diretti sulle larve all’aperto: trattare direttamente il nido è un errore, poiché il bozzolo sericeo neutralizza l’efficacia del trattamento, fungendo come un guscio, uno scudo. Per l’eliminazione delle larve morte, occorre utilizzare la massima cautela e il metodo migliore consiste nel bruciarle. I residui carbonizzati risultano ugualmente urticanti, perciò è da evitare il rimanere sottovento o nelle vicinanze del falò, soprattutto con parti del corpo scoperte (compresi viso, occhi, mani e vie respiratorie; naturalmente è necessaria anche una tuta che protegga totalmente ogni parte dell’epidermide).Una tecnica consiste nella distruzione delle larve, tagliando le cime dei rami contenenti i nidi, i quali cadono direttamente in un sacco che poi sarà adeguatamente smaltito. Il periodo rigorosamente da rispettare e quello in cui le larve sono in riposo invernale (novembre - febbraio).Un altro metodo consiste nel bloccare la “processione” mediante l’apposizione di una trappola a forma di imbuto sulla parte bassa del tronco. La base della trappola deve essere molto aderente al tronco affinché non ci siano vie di discesa, mentre la parte alta deve essere più larga del tronco al fine di permettere l’entrata delle larve. Queste, trovando la via bloccata, si fermano per qualche tempo nella trappola e finiscono in un sacchetto raccoglitore. È mia esperienza l’aver utilizzato trattamenti di lotta biologica utilizzando prodotti a base di Bacillus thuringiensis var. kurstaki. Questa tecnica, essendo basata su un regolatore di crescita, funziona bene se si impatta sui primi stadi larvali, viceversa risulta difficile da attuare quando le larve sono negli ultimi stadi (larve mature). Il bacillo deve essere irrorato tramite una matrice liquida in tutta la chioma. Passando al controllo degli adulti, ho avuto ottimi risultati utilizzando trappole a feromoni. Queste trappole sessuali rappresentano, a parer mio, il miglior metodo di contrasto al lepidottero parassita. L’efficacia è dovuta sia alla cattura di molti maschi, che non riescono più ad uscire dalla trappola, sia al disorientamento degli stessi ad opera degli ormoni sessuali femminili della trappola (una sorta di confusione sessuale). Le trappole si posizionano nei mesi di giugno e luglio, periodo di sfarfallamento degli esemplari adulti, e ogni 3-4 settimane va cambiata la pastiglia del principio attivo. Ogni 3-4 giorni, inoltre, va controllata la trappola per vuotare il contenitore dove vengono intrappolati gli animali. Il numero di trappole è in funzione del grado di infestazione e valutarne la quantità adatta richiede una certa esperienza. In casi particolari ho agito con interventi classici mediante formulati a base di prodotti adulticidi. Sono operazioni fatte in emergenza per ottenere risultati in tempi brevi se non brevissimi. In questi casi è necessario disporre di irroratrici con prolunghe o addirittura degli elevatori per trattare i nidi posti nei palchi più alti. Sottolineo che trattandosi di interventi in emergenza questa non giustifica in alcun modo il non mettere in sicurezza l’ambiente in cui si opera, non rispettare le indicazioni riportate nel prodotto utilizzato che deve essere autorizzato e registrato per lo specifico uso e l'omettere di raccomandare ai tecnici l’utilizzo consapevole dei DPI.Precauzioni igienico sanitarieIl contatto da parte di persone ed animali con i peli urticanti delle larve di processionaria può causare l’insorgenza di disturbi che possono variare da pruriti cutanei più o meno intensi a manifestazioni allergiche anche molto gravi, che richiedono quanto prima l’accompagnamento delle persone interessate presso una struttura ospedaliera: