di Maurizio PedriniAncora una volta l’indagine commissionata da Afidamp alla Società Cerved ON per conoscere lo stato di salute delle aziende e dei distributori del pulito professionale, ha offerto un’immagine positiva e vitale del comparto, che – nonostante le enormi difficoltà del momento – vede aumentare del 2% in un anno, il proprio fatturato e guarda ancora con fiducia al futuro, pur pressato dal drammatico aumento del costo delle materie prime e dalla guerra in Ucraina. Abbiamo incontrato il presidente di Afidamp, Giuseppe Riello, per commentare a caldo i dati emersi dalle analisi effettuate sia sul settore produzione che su quello della distribuzione.Presidente, a suo giudizio, quale fotografia del professional cleaning italiano emerge dall’analisi condotta da Cerved ON?“Le analisi realizzate da Cerved On sul settore produzione e distribuzione evidenziano un mercato solido e un andamento positivo in termini di fatturato per circa il 50% delle aziende, in entrambi i settori. Una fotografia che conferma il punto di osservazione di Afidamp e che evidenzia un mercato capace di rispondere con serietà e flessibilità ai cambiamenti posti dalla situazione nazionale e internazionale.”L’inchiesta, condotta da marzo a maggio 2022 su un campione di 250 aziende di distribuzione (87 in più rispetto all’anno precedente), ha prospettato complessivamente un mercato assai soddisfacente. Quali criticità sono comunque emerse?“In effetti, l’indagine sul settore distribuzione a cui fa riferimento evidenzia un mercato in buona salute. Dai risultati è emerso che circa il 40% delle aziende prevede una crescita futura di fatturato, poco meno della metà ritiene invece che assisterà a una conferma degli attuali risultati. Le aziende con più di dieci dipendenti risultano essere le più ottimiste, mentre la quota di pessimisti è molto contenuta e decresce all’aumentare delle dimensioni aziendali. Gli aspetti più critici riguardano la riduzione dei margini (in particolare per le piccole imprese) seguita dai ritardi nei pagamenti e dalla concorrenza dei produttori, oltre alla frammentazione del mercato e alla concorrenza di soggetti non qualificati esterni al settore. L’aumento dei prezzi delle materie prime, contrariamente all’andamento della situazione nazionale, non sembra essere ancora un fattore di criticità. Soltanto il 16,6% degli intervistati lo rileva, al momento, come un problema per lo sviluppo e l’andamento della propria attività.”E sul fronte delle aziende produttrici? Quali sono i punti di forza e quali le principali preoccupazioni?“Il mercato complessivo dei produttori del settore del cleaning è valutato intorno ai 3,6 miliardi di euro. L’indagine condotta da Afidamp, concentrata su un campione rappresentativo di 182 aziende, ha evidenziato per il 2021 un fatturato di 1,8 miliardi di euro, Italia e Estero. I punti di forza sono sicuramente la solidità e la qualità dei prodotti italiani e delle aziende produttrici, capaci di grande flessibilità e di rispondere in tempi rapidi alle richieste del mercato. Tra le criticità principali a cui devono fare fronte le aziende, sicuramente il costo delle materie prime, tra cui l’energia, che ha visto rincari fino al 60%.”I produttori hanno dato un’altra prova della grande capacità di inventiva e reazione del made in Italy, in anni decisamente difficili, e non solo a causa della pandemia? Come vede, a breve, medio e lungo termine, il futuro delle aziende?“Sì, hanno dato prova di sapere stare sul mercato, contrastando la schizofrenia degli anni del Covid, le difficoltà di reperire materie prime e di affrontare l’aumento dei costi sia delle materie prime che dell’energia. Una prova importante che si riesce a dare non solo con ‘inventiva’, ma anche con grandi capacità gestionali e con la flessibilità che contraddistingue le aziende italiane. Credo che, ancora una volta, la solidità delle aziende e la loro capacità di adattarsi al mercato, sia la chiave di volta per superare momenti difficili. Le azioni su cui devono continuare a puntare principalmente le aziende riguardano la ricerca di nuovi clienti, la fidelizzazione della clientela attuale e il reinvestimento degli utili in azienda.”Quali grandi cambiamenti sono in atto, sul piano delle digitalizzazione 4.0, della sostenibilità e dell’innovazione in generale? Le aziende produttrici stanno modificando il proprio DNA?“Non direi che lo stiano modificando, ma che stanno rispondendo alle richieste del cliente. Un’azienda per rimanere solidamente sul mercato deve sapere rispondere alle richieste, anche diverse, del mercato di riferimento. Vediamo confermata dall’indagine la richiesta di prodotti tecnologicamente avanzati e di prodotti green, settori in cui da tempo le imprese italiane del cleaning hanno saputo investire. Si tratta, quindi, di continuare in questa direzione, che permetterà anche di contrastare le difficoltà generate dagli approvvigionamenti e dai costi delle materie prime.”