a cura di Graziano DassiInizierei questa nota con un annuncio della compagnia aerea Columba livia: “La nostra compagnia aerea è lieta di annunciare che i suoi 300 aeromobili continueranno a volare con qualche rottamazione per anzianità di servizio ma per il prossimo anno prevediamo l’arrivo di una trentina di nuovi modelli particolarmente adatti ai voli di breve raggio”. Il Progetto sul quale è incentrato questo articolo può essere descritto innanzitutto fornendo i seguenti dati:
- Altitudine media ≈ 300 m
- Area: ≈ 75 km²
- Meteo: clima mediterraneo
- Popolazione: ≥ 9000
Caratteristiche salienti: un centro storico ricco di edifici alcuni dei quali risalenti al XII secolo; 6 chiese, fra cui due particolarmente interessanti, una del XIV secolo e l’altra del XVI; 9 scuole primarie; 3 scuole secondarie; 2 licei e istituti tecnici; 2 centri sportivi e una piscina comunale; nessun presidio ospedaliero, ma c’è una casa di riposo; una dozzina di edifici in cattivo stato di manutenzione con sottotetti aperti;Particolare da approfondire: una notevole struttura fortificata (non ispezionata). Stima numerica di Columba livia var. urbana: ≤ 300 (conteggio assai approssimativo dedotto da osservazioni dirette integrate con interviste a cittadini e a un paio di funzionari comunali, oltre al titolare di un’azienda di servizi locale, assai attendibile). I siti di nidificazione, ad un esame a volo radente, sono quattro di particolare interesse più una ventina di scarsa frequentazione; quattro è anche il numero degli stormi principali; i punti di alimentazione sono sparsi per il territorio urbano, sarà quindi utile procedere a pasturare in luoghi il meno critici possibile. Il grado di fastidio percepito dalla popolazione è classificabile come medio-alto (senza allarmismi di carattere sanitario. Sono stati segnalati una decina di esposti per lo più per deturpazione degli edifici. Nessuna protesta da parte degli agricoltori e allevatori. Non sono state svolte indagini sulle feci e non sono pervenute segnalazioni riguardo a zecche.Incontro con le autorità ComunaliIn estrema sintesi il problema si riassumeva in due punti salienti: il primo era la difesa dell’edificio comunale che però non si riteneva di attuare temendo una alzata di scudi da parte della cittadinanza: “Ma come, si provvede per il Comune e non si fa nulla per gli altri edifici?”. Il secondo era delegare a una ditta specializzata di fiducia per avere un'ordine di grandezza economica per la difesa degli edifici pubblici e per i tempi di realizzazione. Punto critico, se si fosse attuata tale difesa; era la probabilità di spostare i piccioni negli edifici non protetti. Come diminuire la consistenza numerica degli stormi che bivaccavano nel territorio urbano, escludendo in fase progettuale la cattura? Le mie proposte furono:
- Attivare la protezione di una scuola primaria vendendola come test di fattibilità e creare un nucleo di consenso da parte dei genitori, dando risalto all’iniziativa e preparandosi alle critiche degli altri plessi scolastici, genitori compresi;
- realizzare un incontro con la cittadinanza per commentare i risultati e “cercare consenso e collaborazione”, sia con le associazioni protezionistiche locali sia con cittadini volonterosi;
- indire una gara d’appalto il cui capitolato tecnico potrebbe essere supportato da un veterinario con specifica competenza;
- realizzare un progetto triennale che contempli l’uso della Nicarbazina, sotto forma di farmaco veterinario, distribuita con apparecchiature dosatrici automatiche e temporizzate atte allo spargimento del mais medicato;
- Valutare il posizionamento di una torre piccionaia (che potrebbe essere la capostipite di altre sul modello parigino);
- studiare un flusso di informazione per la cittadinanza;
Gli aspetti normativi e la stesura dei testi delle eventuali ordinanze saranno approfonditi nei prossimi numeri della rivista.