a cura di Graziano DassiLa tesi che vorrei dimostrare e contestualmente sottoporre al giudizio critico dei lettori è che in primo luogo si deve risolvere il problema (patologia), altrimenti perché mai dovremmo adottare una terapia, il tutto deve essere attuato nel modo più sicuro (green) e per farlo è necessario adottare le risorse tecniche più “sostenibili” (termine ormai entrato nell’uso comune) che presuppongono protocolli rigorosi e istruzioni operative mirate e dettagliate in ogni particolare. Premesse La definizione di “salute” dell’Organizzazione Mondiale della Salute afferma che la salute non deve essere intesa come assenza di malattia bensì di un benessere psico-fisico. Vero è che alcuni malati si accontenterebbero di guarire. Ciò premesso penso che il concetto di “salute” possa e debba essere esteso anche all’Ambiente in cui viviamo e se un ambiente ben curato induce sicuramente a uno stato psico-fisico positivo è altrettanto vero che se un ambiente è sporco e per giunta vi passeggiano parassiti vari il primo passo è pulire e in parallelo eliminarli. Ora c’è modo e modo di pulire così come esistono vari criteri di lotta ai parassiti e, integrando le due cose, “sanificare”. Ne esaminerò uno, in cui è stata adottata una pianificazione razionale, dovuto ad un cambio di gestione causa Covid, ma prima mi sembra utile fare una sorta di parallelo, a volo radente, con le varie scuole di pensiero delle varie medicine.Scuole di pensieroDiagnosticata una patologia l’obiettivo del malato è quello di guarire. La prima domanda: esiste una terapia risolutiva? Se SI, basta adottarla! Scegliendo la farmacopea che il sanitario ci suggerisce: dalla tradizionale, all’omeopatia, all’integrazione fra l’adozione di uno stile di vita virtuoso più o meno supportato da farmaci o parafarmaci. Al contrario potrebbe esserci diagnosticata una malattia con cui convivere vita natural durante, utilizzando farmaci che ne attenuano i sintomi (sintomatici); certamente il terapeuta ci suggerirà sempre di adottare in parallelo uno stile di vita sano. La tesi che sostengo è che anche l’adozione di protocolli terapeutici classici, ad esempio gli antibiotici o i cortisonici, debbano essere ritenuti accettabili in funzione della gravità della malattia per lo stretto tempo necessario e con le modalità di somministrazione estremamente corrette. Dopo di che a seconda delle nostre convinzioni e forza di carattere si passerà a stili di vita “green”. Esempio virtuoso Per dimostrare la mia tesi esporrò una serie di interventi in una realtà accaduti nel periodo delle restrizioni dovute alla pandemia. La vecchia proprietà che gestiva un bar tavola calda ha deciso di “andare in pensione” e la nuova invece trasferiva una agenzia assicurativa in una sede meglio servita per parcheggi e viabilità. Le entità infestanti storiche erano:
- Zanzare non identificate ma pungenti sia al crepuscolo che nel pomeriggio.
- Scarafaggi: blatta nera sporadicamente e blattelle.
- Formiche non identificate ma provenienti dalle aiuole.
- Qualche cimice nel periodo autunnale.
- Ratti delle fogne (avvistamenti sporadici).
Descrizioni degli eventi:
Irrorazione di un biocida non residuale per eliminare eventuale trasporto di scarafaggi. Tempo impiegato poco più di mezz'ora. Eliminazione dei mobili e delle attrezzature. Ristrutturazione edile, elettrica, serramenti, tinteggiatura ecc. ecc. Trasloco dei mobili, piantine, quadri ecc. Sanificazione a 360°: - nuovo sistema di condizionamento dell’aria;
- disinfezione ambientale con disinfettanti residuali e abbattenti affidata all’impresa di pulizia;
- disinfestazione anti blatte e interventi di rat-proofing relativa ai locali sotterranei;
- messa in opera di zanzariere di ottima qualità, la cui manutenzione è stata affidata alla ditta di disinfezione;
- posizionamento di erogatori di profumo all’essenza di pino nei bagni e di lavanda negli uffici. Alla profumazione è stata data molta importanza e alla bisogna è stata chiamata una ditta specializzata;
- inoltre è stata posizionata all’entrata una torretta di erogazione di disinfettante per le mani.
Gli interventi di disinfestazione Zanzare: il problema si è risolto con l’adozione delle zanzariere; nei mesi caldi il disinfestatore ne controlla l’integrità e le irrora con un olio dalle proprietà repellenti.Scarafaggi: le blatte nere provenienti dalla fognatura non si sono più presentate probabilmente perché era venuto a mancare il richiamo degli sfridi alimentari e l’uso di un enzima proteolitico immesso nei WC ogni fine settimana. Le blattelle germaniche sono state monitorate con trappole a colla, ma non vi è stata alcuna cattura.Formiche: la ristrutturazione e l’adozione di porte e finestre a tenuta hanno fatto sì che il problema non si ripresentasse.Cimice delle piante: l’uso dell’olio repellente alle zanzariere e la tenuta dei serramenti sembra aver scongiurato il problema.Ratti: non ci sono stati più avvistamenti.DisinfezioneNell’entrare è messo in bella mostra un aerosolizzatore che ha due scopi: il primo è quello di essere usato alla chiusura del sabato sera, il secondo per rassicurare i clienti che la salubrità ambientale è un fattore prioritario, per cui non è assolutamente trascurato. Il funzionamento è temporizzato secondo le istruzioni d’uso dell’attrezzatura e le istruzioni in etichetta del disinfettante regolarmente registrato;ConclusioniIl passaggio da una realtà alimentare e una di terziario avanzato ha semplificato gli aspetti della lotta ai parassiti, e i risultati lo sottolineano. In effetti, il mio intervento si è limitato a una verifica della congruità dei contratti, all’analisi critica dei biocidi indicati dalle ditte di servizio e alla prevedibile efficacia del binomio aerosolizzatore (ULV) e disinfettante. Un aspetto che mi ha colpito è stata l’attenzione alle profumazioni ambientali che uno dei due soci ha supervisionato personalmente. In effetti che la sensazione del livello igienico di un ambiente passi anche dal naso è un aspetto condivisibile e spesso trascurato.