Come educare i giovani alla cultura del Pulito?

In altri Paesi, l’approccio, come abbiamo già sostenuto, è assai più pratico del nostro. Da noi qualche genitore si scandalizza ancora se un docente, maestro o professore, invita o “forza” gli alunni a raccogliere le carte per metterle nel cestino, o a tenere pulito il suo banco. Fortunatamente si va diffondendo progressivamente nelle scuole la cultura della sostenibilità ambientale e della raccolta differenziata finalizzata al riciclo dei rifiuti. Progetti di eco-sostenibilità prevedono campagne che non disdegnano “giornate ecologiche”, in cui allievi, insegnanti e genitori si impegnano a raccogliere, con tutte le opportune precauzioni, i rifiuti abbandonati da maleducati e incivili cittadini nei luoghi pubblici. La mentalità poco avvezza alla pratica, sta lentamente lasciando il posto ad un approccio diverso, più concreto. L’introduzione dei nuovi programmi di educazione civica nei vari gradi scolastici, con una grande attenzione all’Agenda 2030 e alla Cittadinanza attiva, apre ulteriori importanti possibilità da sfruttare per diffondere la cultura dell’igiene e del rispetto dell’ambiente nelle scuole. Ma non basta: la scuola italiana pubblica, come avviene in Francia e in altri Paesi come il Brasile, dovrà prevedere un percorso di studi superiori e universitari per addestrare dai livelli più “operativi” a quelli più elevati e dirigenziali/manageriali le figure professionali specializzate in igiene professionale, di cui abbiamo estremamente bisogno. Finora questo compito è stato delegato ai corsi organizzati da imprese, aziende e privati, con il sostegno di Regioni o altri enti. Secondo il nostro modesto parere, è giunto il momento della svolta: lo Stato deve intervenire con una formazione pubblica, qualificata e accessibile, che punti a certificare le competenze, come avviene in tanti ambiti professionali. Le esperienze pilota avviate all’Università di Bergamo e il progetto che AFIDAMP sta portando avanti per la creazione di un apposito Istituto Professionale, ci inducono a sperare che, finalmente, il Governo, le Istituzioni e la politica, si rendano conto che la società italiana ha bisogno di una vera e propria “scuola del pulito professionale” che formi a trecentosessanta gradi i professionisti di questo importante e delicatissimo settore, così prezioso per la società e la civiltà.Maurizio Pedrini

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