Sono ormai tanti anni, troppi, che si parla di un percorso di rinnovamento e messa in sicurezza delle scuole. La sensazione, tuttavia, è che la nostra scuola viva in un perenne stato di emergenza in cui i piccoli miglioramenti registrati appena dopo l’emergenza Covid si stanno già arenando, lasciando implacabilmente spazio alle solite desolanti immagini che si presentano agli occhi degli studenti quando passano le soglie dei loro istituti scolastici: pareti sporche o scrostate, macchie da infiltrazioni, generale senso di obsolescenza. Una situazione perdurante e alquanto anacronistica soprattutto in un’epoca in cui ci si sforza di pensare a un mondo ecosostenibile che sta aprendo le porte ai paradigmi di Industria 5.0 che punta a un’innovazione tecnologica umano-centrica, ovvero che metta al centro di tutto l’uomo e il suo benessere. La scuola è la base per la crescita di ogni giovane essere umano, un luogo dove si dovrebbero studiare non solo le materie necessarie alla propria cultura, ma anche assorbire nozioni preziose di educazione civica che si dovrebbero armonizzare con il contesto scolastico nel suo insieme, a cominciare dalla cura della struttura in cui si trovano le aule che, in fin dei conti, sono posti di lavoro e come tali vanno trattati. La XXII edizione di Ecosistema Scuola, il report di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica, non fa altro che confermare, con dati 2021, questa condizione tracciando un quadro non propriamente soddisfacente sullo stato di salute di 5.616 edifici ubicati in 94 capoluoghi di provincia tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado. Il primo dato allarmante, sempre con riferimento alla cogente necessità di risparmiare sui costi energetici, soprattutto se pubblici, è che solo il 4,2% delle scuole indagate risulta in classe energetica A, mentre il 74,8% è fisso sulle tre ultime classi energetiche. Ma in generale, proprio sul fronte della messa in sicurezza degli edifici e dell’efficientamento energetico, la situazione della scuola italiana risulta alquanto deficitaria. L’indagine sottolinea ancora che sebbene alcuni sforzi siano stati compiuti tra gli anni 2017 e 2021 con interventi di manutenzione straordinaria (un grande aiuto è arrivato dai fondi Covid), resta ancora molto da fare visto che un’ampia percentuale di edifici scolastici è ancora in attesa di opere straordinarie. Purtroppo, come spesso capita nel nostro Paese, il divario cresce spostandosi da Nord a Sud.