Il nuovo piano di controllo dei piccioni varato dall’Emilia-Romagna è fonte di diverse riflessioni, tanto più importanti se si considera che proprio da questa regione originò, ormai parecchi anni fa, un primo pionieristico (e discutibilissimo) piano di controllo che fu successivamente copiato e/o riadattato da tutte le altre regioni italiane. Se è quindi vero che la storia ha la tendenza a ripetersi, ci si potrebbe aspettare che il piano emanato dall’Emilia-Romagna porterà a qualche seria modifica anche nei piani attualmente adottati dalle altre regioni. Ma andiamo con ordine. Quali sono le novità?In questa prima lettura si prenderà in esame solo l’ambito urbano perché è l’ambito che maggiormente riguarda gli operatori del Pest Control. Ebbene la principale novità in questo ambito è procedurale, e riguarda i monitoraggi e la mappatura: La conduzione di monitoraggi della consistenza dei colombi presenti nel contesto urbano è finalizzata a verificare la dinamica delle popolazioni nel corso dell’attuazione del piano di controllo e quindi avere un indicatore della sua efficacia.“Indicatore di efficacia” del piano di controllo! Questa è una rivoluzione di approccio e di pensiero. Non è più sufficiente fare, o dire di fare, ma è necessario dimostrare di fare bene e per fare questo bisogna ricorrere agli indicatori di efficacia. È pertanto necessario che ciascuna Amministrazione comunale organizzi un monitoraggio standardizzato per ognuno dei cinque anni di validità del presente piano, scegliendo il mese nel quale effettuare il conteggio dei piccioni presenti su un percorso predefinito ripetuto in tre giornate differenti.È necessario (sa tanto di un obbligo comunicato con le buone maniere) organizzare un monitoraggio standardizzato... standardizzato non è un nome ma un aggettivo che significa: “Conforme a uno standard, uniforme, omologato”. Una volta l’anno in un mese preciso e noto, scegliendo il mese nel quale effettuare il conteggio, e su un percorso preciso e noto, su un percorso predefinito, ripetendolo per tre volte in tre giornate differenti.Ecco che il piano scende nel merito delle procedure. Ma non è finita qui. La regione Emilia-Romagna entra a gamba tesa nel campo dei dissuasori affermando che le cosiddette punte anti appoggio o anti posa sono aghi acuminati e dagli effetti cruenti ben documentati. Queste affermazioni lasciano di stucco chi, come noi, è del mestiere e da decenni applica o vede applicare questi strumenti di dissuasione perché sappiamo benissimo che questo non è vero: le punte non sono “strumenti di tortura”!