Una piaga silente e insidiosa che miete ogni anno migliaia di vittime in Europa e in Italia: sono ben trentatremila le persone che ogni anno in Europa muoiono a causa delle ICA, Infezioni Correlate all’Assistenza. Circa un terzo di esse nel nostro Paese che, purtroppo, si trova agli ultimi posti, insieme alla Grecia e alla Romania, in questa triste graduatoria, stando alla speciale classifica stilata dal Centro Europeo Malattia Infettive (Ecdc). Il dato è davvero impietoso: circa un paziente su quindici, infatti, ogni giorno contrae un’infezione durante un ricovero in ospedale. Impressiona, soprattutto, sapere che – stando ai dati riportati dal Centro Europeo Malattie Infettive, che ogni anno conduce un apposito studio, oggi in Italia la probabilità di contrarre infezioni durante un ricovero ospedaliero è del 6%, con 530 mila casi ogni anno: dati che pongono l’Italia all’ultimo posto in Europa. Si tratta di un incremento dovuto a molteplici fattori: dall’aumento dei pazienti più “fragili”, ovvero con età superiore ai 65 anni, all’impiego di sistemi sempre più invasivi per l’organismo umano, come cateteri ed endoscopi che costituiscono veicoli per i batteri, ma soprattutto alla scarsa adozione di strategie di prevenzione.Una nuova App e processi di igienizzazione sempre più mirati: ecco la strategia dell’AOUI di Verona per combattere le ICALa pulizia ambientale è un intervento fondamentale per la prevenzione e il controllo delle infezioni in quanto la contaminazione dell'ambiente ha mostrato un ruolo decisivo nella trasmissione delle infezioni, in particolare delle superfici che vengono frequentemente toccate o entrano in contatto diretto con il paziente. Ma non basta. Da tempo ci si interroga su quali siano le strategie migliori per affrontare un problema così complesso, cercando di invertire la spirale. Da Verona giunge la confortante e virtuosa esperienza realizzata grazie ad un’apposita “app” applicata dall’Azienda ospedaliera universitaria integrata veronese. Sviluppata dall’azienda canadese Firstline, tradotto in italiano “salvezza”/”risparmio”, è stata finora positivamente testata in alcuni reparti e si appresta a divenire la prima impiegata, a livello nazionale, per il contrasto alla cosiddetta “farmacoresistenza”. Ci riferiamo, ovviamente, al fenomeno, della mancata risposta – sulla scia di un impiego non sempre appropriato – alle terapie antibiotiche. I risultati della sperimentazione sono confortanti: meno 37 per cento nell’impiego di questa categoria di medicinali nei reparti Covid, con un calo dal 31 al 58 per cento nei pazienti affetti da batteri resistenti (inclusa la candida). Nei reparti pediatrici la “svolta” è ancora più marcata, ed equivale ad una percentuale che sfiora il dimezzamento. Insomma, attraverso l’azione coordinata, frutto di sempre più accurati interventi di igienizzazione mirata e app i vertici dell’AOUI scaligera, guidati dal Direttore Generale, Callisto Marco Bravi, attendono buoni frutti per ridurre consistentemente il numero delle ICA nei nosocomi in riva all’Adige. Il ruolo dell’igiene ambientale nella prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza non è generico e assoluto - precisano - ma assume caratteri peculiari in base alle caratteristiche del paziente, all’infezione, del reparto dove il paziente è ricoverato (terapia intensiva, medicina, chirurgia, pediatria, ecc.). Le delicate e complesse operazioni di igienizzazione degli ambienti nosocomiali non possono prevedere interventi generici, diffusi e di eguale importanza per tutti i locali, ma deve tenere conto della tipologia di pazienti che vi soggiornano, delle patologie di cui questi sono affetti o delle terapie a cui vengono sottoposti o ancora delle manovre medico assistenziali che vengono effettuate all'interno di in questi locali. È evidente pertanto che la pulizia di una sala operatoria o di una terapia intensiva è effettuata con tempi, frequenze, modalità e prodotti diversi rispetto alla pulizia dell’atrio o di un ambulatorio e che la postazione assistenziale occupata da un paziente infetto (Clostridium, Klebsiella, ecc.) viene adeguatamente ricondizionata prima di essere occupata da altro paziente. “L’Azienda - proseguono i responsabili - si è dotata di apposite procedure che guidano gli operatori nella scelta del tipo di pulizia da chiedere in ragione della patologia infettiva di cui il paziente è affetto. Una cura particolare è dedicata ai capitolati d’appalto che, se adeguatamente costruiti e controllati nella loro esecuzione, sono garanzia di pulizia e igiene.” La Direzione Aziendale tiene sotto controllo, attraverso le Funzioni dedicate, tutti i vari passaggi: dalla scelta del prodotto per l’esecuzione della pulizia – un semplice detergente piuttosto che un detergente/disinfettante – fino alla frequenza di esecuzione dei passaggi di pulizia o alle modalità con cui l’operatore della ditta effettua l’intervento. Un altro aspetto importantissimo da sottolineare è la costante regolarità con cui vengono effettuate regolari verifiche sulle prestazioni erogate dalle ditte che hanno in appalto il servizio di pulizia. Un’attenzione particolare, nell’ambito dell'Ospedale Civile di Borgo Trento, è dedicata al Polo Chirurgico Confortini, vero fiore all’occhiello della sanità veronese. “Non possiamo prescindere - commenta la Direzione Aziendale - dal modello a cui la struttura fa riferimento: ospedale nella città e città nell’ospedale. All’interno del Polo Confortini si svolgono attività più vicine a un ambiente comunitario - negozi, attività culturali, mostre fotografiche o a tema, ecc. - piuttosto che a un ospedale come la storia ce lo propone. Al Polo arrivano migliaia di persone al giorno: operatori, visitatori, pazienti che si fermano ricoverati o che devono essere trattati in giornata. Ma il Polo Confortini è pur sempre un ospedale che si inserisce in una città. Queste considerazioni devono essere tenute in debito conto nella programmazione degli interventi di pulizia in modo da pulire con un intervallo di tempo minore ciò che deve essere tenuto maggiormente pulito o ciò che si sporca più frequentemente.Gli effetti dell’App Save: meno 30 per cento nell’uso non necessario di antibiotici e maggiore accuratezza prescrittivaMa torniamo alla App, che tante legittime aspettative sta suscitando: Evelina Tacconelli, direttore dell’Unità complessa di Malattie Infettive non ha dubbi: “Impiegare un antibiotico dalla potenzialità e rischi di una sorta di cannone, quando basterebbe invece un’arma meno potente è l’errore che mette l’Italia in questa poco invidiabile situazione, inutile negare l’evidenza”. L’App ha la principale caratteristica di essere multidisciplinare, coinvolgendo numerosi reparti e diverse specialità, consentendo inoltre di fissare i confini. “Il sistema”, precisa la dottoressa, “esamina l’ecologia locale, la condizione microbiologica della struttura. Tutto ciò ha un senso ben preciso perché la prassi è una cosa, ma non è affatto detto che lo stesso antibiotico sia correttamente prescrivibile a Verona come in un qualsiasi altro ospedale d’Italia”. Il principio è quasi ovvio: le malattie possono essere uguali ma i batteri cambiano, si adattano, mutano come i camaleonti, seguendo la geografia del Paese. La strada maestra indicata dalla rivoluzionaria App che si prefigge di contrastare e ridurre la diffusione delle ICA è dunque indicata: si va dritti verso una sorta di personalizzazione del trattamento, capace di mettere ai primi posti paziente, struttura e singolo reparto di ricovero. Come dicevamo, i risultati per l’AOUI di Verona sono più che soddisfacenti: meno 30 per cento nell’uso “non necessario” di antibiotici e miglioramento quasi totale (90 su 100) dell’accuratezza prescrittiva. Altri significativi numeri ci dicono che l’applicazione Save ha mostrato i propri rincuoranti effetti su 350 pazienti (250 posti letto), per un centinaio di accessi giornalieri. Il nostro obiettivo - conclude soddisfatto il direttore generale dell’AOUI veronese – sarà quello di produrre il massimo sforzo per mantenere e accrescere i risultati fin qui ottenuti nella lotta alle ICA, puntando in una duplice direzione: da un lato attraverso una sempre sempre maggiore accuratezza ed incisività negli interventi di pulizia e sanificazione, puntando su procedure sempre puntuali, sul controllo dei risultati, sulla formazione, col monitoraggio continuo dei processi, dall’altro attraverso la digitalizzazione, che potrà essere estesa ad ogni ospedale, anche in versione predittiva.Maurizio Pedrini