E’ questa la denuncia espressa nel recente convegno organizzato da Confindustria, Fise Unire (Unione imprese del recupero) e Fise Assombiente (Associazione imprese Servizi ambientali) a Roma. All’evento erano presenti rappresentanti dell’Autorità garante della Concorrenza e del mercato e della Commissione Ambiente del Senato.
Il mercato della gestione dei rifiuti urbani, caratterizzato dal ricorso all’affidamento diretto (senza gara) - e quindi scarsamente concorrenziale -, rappresenta oggi un valore economico pari a oltre 9,43 miliardi di euro di fatturato e conta oltre 68.000 addetti in imprese private e pubbliche, che movimentano circa 30 milioni di tonnellate/anno di materiali. La gestione di questi materiali che, troppo spesso, accomuna i rifiuti urbani a quelli speciali e il proliferare di norme confuse e contraddittorie, penalizzano l’efficienza e scoraggiano gli operatori del comparto.
Monica Cerroni, presidente di Assoambiente ha quindi auspicato l’adozione di una regolamentazione nazionale unitaria e semplice, nel rispetto delle normative europee; mentre Anselmo Calò, presidente di Unire, ha sottolineato come una sana concorrenza potrebbe garantire maggiore efficienza e diventare strumento funzionale a obiettivi e finalità ambientali.