Senza sembrare presuntuoso e neppure troppo modesto, la consapevolezza di avere delle aree di scarsa preparazione si affacciarono alla mente nel prendere atto dei compiti (e responsabilità) che mi sarebbero stati affidati. L’obiettivo aziendale era ristrutturare un vecchio capannone con uffici da alcuni anni in disuso da adibire a centro collaudi di apparecchiature elettroniche. Senza entrare più di tanto nei dettagli si trattava di:
- ristrutturare le murature;
- rifare la pavimentazione arrotondando i raccordi dei muri con i pavimenti (per facilitare le pulizie);
- cambiare tutte le porte, portoni, finestre rendendole a tenuta;
- realizzare un sistema di condizionamento dell’aria con filtri particolarmente efficaci;
- realizzare un impianto idraulico con filtri in entrata;
- realizzare vasche di contenimento atte a impedire dispersione di reagenti in caso di incidente;
- realizzare impianti elettrici ma tali da garantire voltaggi e amperaggi entro standard rigorosi;
- installare misure a prova di intrusione di ospiti indesiderati;
- i collaudi non presupponevano di essere effettuati in modo congiunto ed erano collegati a ispezioni con check list di collaudo da adattare a controlli periodici che la Direzione si riservava di autogestire o affidare a un laboratorio esterno.
Suddivisione dei compitiVi furono due riunioni a cui tutti parteciparono in modo che ognuno fosse edotto dei compiti che spettavano a ogni gruppo di lavoro. La prima riunione fu molto rigorosa e tecnica, la seconda mi parve gestita in modo da facilitare sia i rapporti professionali sia quelli interpersonali. Mi colpì molto l’attenzione posta a definire i limiti di responsabilità in modo che non ci fossero “vuoti” ma soprattutto sovrapposizioni. Il mio compito era stabilire una pianificazione di interventi atti a consentire alle squadre che sarebbero entrate in azione di operare in modo sicuro e con livelli igienici accettabili. I tecnici operatori erano forniti dalla ditta full-service di pulizia e disinfestazione. Il montante ore assegnato è stato di quattro ore (un’ora per preparare le attrezzature e indossare i DPI e tre per i servizi veri e propri) e una per i controlli. I giorni operativi sono stati il venerdì pomeriggio per i servizi di disinfezione e disinfestazione e il lunedì mattina per i collaudi. Sono stati coinvolti due operatori che hanno utilizzato, come attrezzature, un nebulizzatore elettrico (a corrente alternata) e una pompa irroratrice (a batteria).Primo intervento Disinfezione con irroratrice, disinfettante a base di quaternario di ammonio utilizzato alla percentuale più bassa indicata in etichetta, regolazione della portata medio-basso volume e granulometria tale da inumidire leggermente le superfici. Era chiaro che disinfettando superfici non pulite l’efficacia sarebbe stata parziale. Esecuzione lavoro ≈ 50 min; tempo di sicurezza: 30 min. Secondo interventoDisinfestazione con nebulizzatore regolato in un primo tempo al massimo della portata mirando l’erogazione alle superfici e poi regolando l’attrezzatura al minimo si è proceduto a un trattamento all’aria ambiente. Insetticida a base di piretro sempre al minimo di percentuale d’uso riportato in etichetta. Esecuzione lavoro ≈ 40 min. Da notare il notevole risparmio di tempo sul montante ore assegnato. Collaudo effettuato dalla caposervizio atto a verificare l’assenza di insetti e di roditori, cosa riscontrata con valutazione dello sporco sui pavimenti e sui muri tramite otto penne colorimetriche: tutte risultavano di colore viola a indicare una contaminazione di sporco organico elevata. I lavori sono proseguiti con lo sgombero dei mobili e degli infissi e l’eliminazione delle macerie relative alle opere murarie. Sono poi seguiti i lunghi lavori di muratura, elettricità e idraulica necessari a cui è seguita una prima attenta verifica da parte della committenza. Sono state poi effettuate delle pulizie edili con il controllo del livello igienico delle superfici sempre con otto penne colorimetriche con il confortante risultato di avere il colore verde in sei casi e solo in due un viola chiaro, per cui si è dato via libera al prosieguo dei lavori. Le imprese interessate hanno terminato i lavori preparatori e poi sono intervenute quelle a cui spettava il compito di ultimare i lavori di impiantistica e di posizionamento dei banchi prova. Dopo mesi, la struttura era pronta a entrare in servizio, per cui la Direzione, che peraltro aveva seguito passo passo l’avanzamento dei lavori, ha dato il via alle pulizie di fino e ai monitoraggi igienico-entomologici.Il “collaudo-monitoraggio” entomologico è consistito in prima istanza alla verifica ispettiva atta a stabilire l’assenza di ospiti indesiderati, assenza verificata e certificata e in parallelo che tutte le finestre, porte e portoni fossero a tenuta. In quella sede si era anche preso in esame di installare dei flussi d’aria lamellari o erogatori di repellenti automatizzati all'apertura delle porte, ma è stato deciso che sarebbero eventualmente stati installati alla bisogna.Il collaudo igienico è stato fatto con penne colorimetriche: quattro sui pavimenti, quattro sui muri verticali, quattro nei servizi igienici e quattro negli uffici, il risultato ha dato venti colorazioni che comprovavano che le superfici indagate erano esenti da sporco sia organico che inorganico. Credo che in tutto questo complesso di operazioni la convinzione di dover essere consapevoli dei propri limiti abbia accompagnato tutto il team di direzione, controllo ed esecuzioni lavori, ma ho lasciato il gruppo di lavoro sapendo che l’armonia professionale vissuta era rara e pertanto preziosa e che la volontà della Direzione di effettuare collaudi igienici autogestiti ma in collaborazione con un laboratorio utilizzando il SAS, il bio-luminometro, ispezioni atte a verificare la presenza o l’assenza di parassiti indesiderati e di valutazioni strumentali della presenza o assenza di micro polveri e acari aero diffusi fosse una gestione virtuosa dovuta sia alle necessità tecniche della strumentazione elettronica sia a una preparazione professionale di alto livello. Graziano Dassi