Dopo la pandemia è cresciuta, da parte dei clienti degli alberghi, la necessità di avere concrete garanzie circa l’igiene e la sanificazione delle stanze e degli altri ambienti di soggiorno. Direttori d’albergo e governanti sono preparati e pronti a compiere un ulteriore salto di qualità.Mercoledì 10 maggio, alle ore 16, all’interno di ISSA PULIRE LAB, presso la Sala Milano, si è tenuta la tavola rotonda dedicata alla pulizie e all’igiene nel mondo dell’hotellerie. Il tema scelto per l’incontro, organizzato in collaborazione con ADA, Associazione Direttori d’Albergo e AIH, Associazione Italiana Housekeeper - “L’eccellenza della pulizia alberghiera: la sfida della certificazione di qualità” - è apparso fin da subito quanto mai stimolante. Presenti e intervistati sul palco: Roberto Galli, presidente del Comitato Esecutivo Distributori di AFIDAMP, Alessandro D’Andrea, past-president di ADA, e Laura Diana, vicepresidente dell’AIH. Alessandro D’Andrea, innanzitutto, ha voluto premettere che in Italia la qualità delle pulizie in ambito alberghiero è sempre stata di livello assai elevato in tutte le categorie di alberghi. “Sicuramente - ha sottolineato - la pandemia ha focalizzato una maggiore attenzione sulle pulizie e sulla certificazione perché ha suscitato un’aspettativa maggiore nella clientela, con l’esigenza della certezza che tutto, negli hotel, sia perfettamente pulito, igienizzato e sanificato. Questo imperativo categorico - ha proseguito - noi negli alberghi lo abbiamo dovuto applicare non solo per protocollo, ma anche per rispettare i canoni di sicurezza. Ci siamo impegnati ad istituire e mettere per iscritto tutta una serie di procedure sia a livello di programmazione che di certificazione al termine dell’effettuazione delle pulizie e di queste attività di igienizzazione e sanificazione. Parlando del futuro - ha precisato - non credo che calerà l’attenzione in quanto le pulizie sono sempre state un punto di forza del settore alberghiero, non verrà meno anche perché quanto abbiamo appreso a seguito della pandemia ci dovrà servire a garantire degli standard migliori e maggiormente efficaci, con l’obiettivo di offrire all’ospite un servizio e un'esperienza sempre migliori.” Certificazione che, per le governanti italiane riunite nell’AIH, fa rima con formazione del personale, un terreno sul quale l’associazione si sta impegnando al massimo da anni. “In effetti - ha esordito Laura Diana - questo è un aspetto al quale abbiamo sempre tenuto moltissimo. La pandemia non ha fatto altro che esaltare ciò che facevamo prima, non ci sono state sostanziali novità rispetto all’attenzione sulla pulizia, sulla scelta dei prodotti e sulle certificazioni e, più in generale, sull’attenzione alla salute sia degli ospiti che dei nostri collaboratori. Ci sono stati, in verità, dei protocolli e delle procedure da implementare, che riguardavano però l’impiego di specifici dispositivi, come la mascherina o il distanziamento sociale, che manteniamo comunque a prescindere. La pandemia - ha aggiunto - è stata per il nostro settore dell’housekeeping un qualcosa di positivo, che ci ha resi finalmente visibili, in quanto i mass media e l’opinione pubblica si sono finalmente accorti di noi, perché fino ad allora si pensava che quest’ultimo esistesse come reparto, senza però conoscere di cosa si occupasse in concreto. Puliamo? Sì, ma come puliamo e cosa trasmettiamo? La sicurezza? Per noi è fare in modo che i nostri ospiti soggiornino in un ambiente sano e sicuro. Quindi, anche la massima attenzione sui prodotti che scegliamo, interfacciandoci con aziende che per noi, datori di lavoro, sono fondamentali e devono essere in linea con i nostri pensieri e la nostra visione. Grazie alla pandemia - ha proseguito Diana - sono emerse anche tante realtà e potenziali sviluppi per la crescita del nostro settore, che investono l’evoluzione dei prodotti e delle attrezzature che ora puntano molto sulla sostenibilità ambientale. Sostenibilità intesa come salute sia per le persone che per l’ambiente.” Ma la percezione del pulito è divenuto un fattore discriminante nella scelta dell’hotel, da parte del cliente, alla pari del comfort? “La risposta di D’Andrea è senz’altro affermativa. “Oggi - ha ammesso l’ex presidente di ADA, “sentiamo forse un peso maggiore a livello psicologico e facciamo più fatica proprio perché la pulizia investe un settore poco visto e poco conosciuto: c’è tantissimo lavoro da svolgere di back office quando c’è da pulire una camera d’albergo o un bagno nella stanza: oggi cerchiamo di comunicarlo il più possibile per far sì che l'ospite ne venga a conoscenza nel modo più esplicito possibile.” Diana ha ricordato l’impegno e la perseveranza che hanno portato l’AIH, in ventitré anni a divenire una realtà conosciuta ed apprezzata sul territorio nazionale, ma non solo. Un successo frutto di tanta passione, nonostante nel nostro Paese esista una scarsa cultura sull’importanza della formazione scolastica in questo settore: si diventa chef o barman, ma non governanti. Non dimentichiamo - ha precisato - che la governante rappresenta una figura centrale all’interno dell’hotel, chiamata a provvedere a tutto tondo alle pulizie: a partire dall’esterno, ovvero dalle aree pubbliche, e da tutto ciò che l’ospite non vede. Fermo restando che ogni luogo dell’albergo deve essere perfettamente pulito, ordinato e igienicamente sicuro.” Primario è anche il ruolo del distributore, ovvero del partner chiamato a interloquire con la governante per offrire i migliori prodotti e sistemi per pulire e sanificare l’albergo: non un semplice venditore, ma un vero e proprio partner. “Il rapporto - ha ammesso Roberto Galli - è cambiato tantissimo rispetto a ieri, nel senso che la complessità della figura chiave rappresentata dal distributore, anello di congiunzione che unisce la produzione al cliente finale, è divenuto col tempo sempre più fondamentale.” Anche per questa ragione la formazione del distributore, a parere del presidente di categoria di AFIDAMP, andrà curata con sempre maggiore attenzione. “Una figura che, a dispetto di certe teorie - ha detto Galli, sarà sempre più insostituibile. Il cambiamento in atto nel mercato, apre infatti nuovi interessanti scenari per questa professione, a condizione però che il distributore non si limiti a fare la logistica, quale tramite da una parte all’altra, fungendo invece da partner privilegiato per interpretare i bisogni del cliente. Poi - ha concluso Galli - esiste anche il pulito igienico e al riguardo va combattuta sia la sottovalutazione dell’operatore, sia la sottostima della pulizia quale fattore di prevenzione strettamente connessa alla salute e alla sicurezza di chi frequenta un hotel.”Maurizio PedriniClicca qui per guardare il video dell'evento!