Alla base dell'intero processo, rimane il possesso di alcune nozioni relative alla biologia ed all'ecologia delle varie specie, nonché una certa “dimestichezza” e capacità nel riconoscimento visivo delle stesse. I servizi legati al controllo e gestione degli infestanti delle derrate si basano su di un insieme di operazioni e azioni che devono essere attuate congiuntamente per aumentare le probabilità di successo (riferimento norma UNI 11381:2010):
- realizzare ispezioni e valutazioni ambientali preliminari (analisi del rischio);
- progettare e realizzare un impianto di dispositivi di monitoraggio;
- erogare supporto tecnico capace di indicare azioni e consigli atti a prevenire l'insorgere di infestazioni;
- applicare, se necessario in base ai monitoraggi, idonee azioni correttive mediante uso di congrui opportuni PMC o Biocidi;
- verificare i risultati;
- redigere relazioni puntuali e riepilogative.
I tecnici della prevenzione devono inoltre comprendere con sicurezza diversi fattori valutativi per interpretare le situazioni rilevate: per esempio se la causa dell'infestazione è interna all'azienda (pertanto i parassiti trovano all'interno degli edifici trovando condizioni buone per il loro sviluppo) oppure se l'infestazione è occasionale e si è generata per contaminazione dall'ambiente esterno (i parassiti sono penetrati grazie a materie prime, imballi, personale disattento, aperture non protette…).Altro aspetto importante è rappresentato da un buon servizio a supporto qualitativo che spesso viene anche richiesto specificatamente da certificazioni come IFS e BRC, cioè una o più visite ispettive e valutative con analisi su andamento lavori (monitoraggi) e analisi sulle misure adottate dall'azienda alimentare, con riferimento alla capacità di impedire efficacemente l'entrata agli infestanti (zanzariere, doppie porte, lame d'aria, sifoni agli scarichi, sigillatura interstizi e fori di passaggio delle condotte dei servizi...).
Un caso reale
A questo proposito mi viene in mente un episodio capitato recentemente a seguito della nuova acquisizione di gestione di servizio di una importante realtà produttiva di farine: dopo un paio di monitoraggi è risultata una presenza inusuale in una postazione interna riferita all'area stoccaggio materie prime. Da una prima analisi diretta in loco, il Tecnico Operatore ha pensato si trattasse di alcuni esemplari di Tribolium spp. ma poi, inviandomi delle foto, ho potuto in realtà constatare che si trattava di esemplari di Silvanidi che poi, grazie ad un campione prelevato e portato in ufficio, sono stati ulteriormente identificati come esemplari di Oryzaephilus surinamensis numericamente sopra soglia critica di presenza. Si è prontamente organizzato un intervento coordinato con il Responsabile della Qualità dello stabilimento (previa individuazione delle partite infestate e della loro tempestiva eliminazione) basato su trattamento di fumigazione, applicazione di insetticidi ad azione residuale sui pavimenti e applicazione straordinaria di trappole a colla per il monitoraggio degli insetti striscianti, azione rivolta alla valutazione dell'efficacia dei trattamenti svolti. Il caso sopra descritto può lasciare diversi insegnamenti ma, a mio parere, la cosa più importante che può rimanere da un caso del genere è la seguente: la formazione dei tecnici operatori è molto importante ma altrettanto lo è il saper instaurare con loro un buon rapporto di fiducia e consapevolezza del fatto che il reparto tecnico è (e deve essere) sempre presente e a loro supporto, a tutto beneficio della qualità del servizio erogato ai clienti.Alex Pezzin, Responsabile tecnico-scientifico Biblion Srl