Un intervento contro Pesciolini d'argento

Ci troviamo in un capannoncino di una industria dolciaria dove sono stivati su pallet dei cartoni ondulati di 1,5 mm di altezza, di vario formato, con stampato il logo della ditta. Uno di questi pallet è stato coinvolto pesantemente nelle infiltrazioni di acqua piovana. Siamo a fine luglio.La ditta si sta preparando alla chiusura agostana per cui:

  • i magazzinieri coprono con dei teli di plastica i cartoni sopravvissuti alle infiltrazioni e spostano il pallet danneggiato in una zona asciutta;
  • la ditta di pulizia con un aspira liquidi elimina le pozze d’acqua e asciuga il pavimento con dei MOP;
  • l’ufficio acquisti cerca di contattare ditte o artigiani in grado di riparare i danni, ma sono tutti in stato di emergenza per cui vengono fissati dei teli sul tetto che dovrebbero impedire ulteriori infiltrazioni, in attesa di effettuare le riparazioni del caso;
  • la direzione contatta la compagnia di assicurazione per aprire la pratica di sinistro.
Intanto i giorni passano e arriva la data di chiusura, resta in attività solo un guardiano e un paio di quadri aziendali si rendono reperibili in caso di ulteriori eventi straordinari che avverranno, perché ulteriori eventi meteorici smantelleranno i teli che dovranno essere ripristinati con ritardi e con concitate telefonate. Alla riapertura si pianificano gli interventi necessari alle riparazioni del tetto e si ipotizza di cambiare il tipo di copertura “a prova di grandine”. La cosa è ancora oggetto di valutazioni tecnico-economiche.

L’entomo-allarme e relativa disinfestazione

In ogni caso il clima si è rasserenato e tutto sembra essersi stabilizzato quando un magazziniere si accorge a metà ottobre che i cartoni inzuppati d’acqua sono abitati da piccoli insetti che, se schiacciati, lasciano un residuo argenteo. Viene interpellato il disinfestatore che identifica l’entità infestante come il pesciolino d’argento alias Lepisma saccharina. L’infestazione non è numericamente elevata ma è evidente e ben visibile. L’intervento si concretizzerà in una irrorazione utilizzando delle piretrine foto labili e coprendo il pallet con un foglio trasparente di plastica incollato al pavimento con del nastro adesivo particolarmente resistente (quello che usano gli idraulici). Inoltre dovranno essere fatte delle attente ispezioni ai restanti pallet per accertarne l’idoneità all’utilizzo e verranno date istruzioni al personale che presti particolare attenzione nel manipolare i cartoni.

Gli strascichi

Dopo l’eradicazione dell’infestazione si sono dovuti effettuare altri interventi:
  • Il primo lo smaltimento dei cartoni incriminati, posti in scatoloni anonimi di cartone ondulato da 5 mm; i cartoni ancora umidi sono stati messi in sacchi di plastica per evitare sgocciolamenti. L’operazione non è stata semplice e impegnativa anche dal punto di vista delle norme, delegando alla ditta abilitata agli smaltimenti di ottemperare alla bisogna in modo ortodosso per cui si è optato per l’incenerimento.
  • In parallelo si è contattato la società che la compagnia di assicurazione ha delegato per le perizie. I periti, oberati di lavoro, non erano ancora usciti per le verifiche del caso. La società dolciaria gode di una polizza per l’assistenza legale che è stata interpellata se le clausole assicurative contro i danni meteorici possano contemplare anche la necessità di disinfestare il materiale danneggiato. La cosa non è stata ancora affrontata, ma non sarà facile documentare la causa-effetto. Personalmente, sono stato messo in preallarme per assistere la probabile controversia.

Considerazioni in ordine sparso

L’argomento che sembra affascinare il mio interlocutore (il responsabile del controllo qualità) è: “ma da dove e come sono arrivati quei dannati insetti?”. Dato che è assodato che la generazione spontanea è da escludere per i famosi esperimenti di Francesco Redi (medico, naturalista e letterato 1626 - 1697) e Lazzaro Spallanzani (biologo 1729 - 1799) si dovrebbe accettare che nel cartone ci fossero delle uova che si sono schiuse e sviluppate per le condizioni favorevoli create dalle infiltrazioni d’acqua. A cui aggiungere che la classificazione è stata effettuata in prima approssimazione e la famiglia dei Lepismatidae (Latreille, 1802) che appartiene all’ordine dei Tisanuri è diffusa in tutto il mondo e comprende ben 190 specie fra cui molte vivono anche all’esterno degli edifici, per cui non si può escludere che le condizioni di umidità dovute alle infiltrazioni possano aver attirato tali insetti, portandoli a colonizzare la micro-nicchia ecologica… chissà come andrà a finire. Certo che se si arriverà a una vertenza giudiziaria gli strascichi comporteranno lustri di accanite e dotte discussioni!Graziano Dassi

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