I tre step per intervenire nelle camere di degenza. Eliminare o ridurre l’infestazione, contenere il rischio di reinfestazione integrando i servizi di pulizia e manutenzione,“osservare per misurare, allertare e intervenire” In una realtà ospedaliera si è costituito un gruppo di lavoro con il compito di riesaminare i servizi di deblattizzazione. I vincoli progettuali che il committente poneva erano di fornire un programma di disinfestazione complementare a quello in atto in cui le attrezzature avessero il miglior coefficiente di sicurezza, la massima semplicità d’uso e di piccole dimensioni, un’elevata e “veloce” efficacia, il più favorevole rapporto costo/beneficio possibile ed essere coerente con alcune indicazioni generali ricavate dalla BRC (la realtà non era quella della Global Standard for Food Safety, ma il referente ne condivideva alcuni assunti). Il tutto mi appariva di non semplice fattibilità, ma neppure impossibile,
Lo stato dell’arte e obiettivi di integrazione
Le strutture edili sono buone, i programmi di pulizia sono dati in appalto e risultano ben eseguiti e controllati periodicamente. Il servizio mensa è realizzato da personale interno. I trattamenti di disinfestazione e derattizzazione sono dati in appalto con un calendari trimestrale. L’obiettivo strategico era valutare se aumentare i servizi di disinfestazione portandoli a cadenza bimestrale oppure creare un’alternativa complementare e di pronto intervento affidandolo all’impresa di pulizia o creando un “disinfestatore-manutentore”. Per onore di cronaca l’ipotesi di fattibilità era indagata dalla Direzione sanitaria e mentre l’ufficio economato percorreva un’altra strada. In primo luogo si esaminavano le risorse tecniche disponibili sul mercato. In un primo tempo ci si limitava ad utilizzare alcuni cataloghi al momento disponibili riservandosi di ampliare e approfondire la ricerca nel caso si fosse passati dal progetto di fattibilità a quello esecutivo.
A) Le risorse tecniche: attrezzature
Pompa a spalla a precompressione manuale, la scelta prendeva in esame modelli di 5-10 litri di capacità e il criterio di scelta privilegiava il peso, per cui ci si indirizzava verso la plastica. La disponibilità del mercato era assai ampia. Un’alternativa possibile era costituita da pompe irroratrici a zaino con motore elettrico alimentate da batterie. Qualche perplessità era la durata di esercizio della batteria e la sua gestione (oltre che dal costo più elevato). Si è deciso di chiedere ai fornitore se l’attrezzatura fosse in grado di funzionare “in rete”. Vale a dire: se la batteria è quasi scarica se si inserisce il carica batteria collegato alla rete con un filo di 5-6 metri la pompa sarebbe in grado di funzionare? In attesa di una risposta le alternative sul tavolo erano: a) comperare una batteria di scorta; b) munirsi di una pompa a precompressione manuale di scorta. Anche in questo caso l’offerta del mercato era sufficientemente ampia. Molto interesse ha suscitato l’Auto-Spray. Un serbatoio da 500 ml che caricato con una bomboletta di CO2 consentirebbe di trasformare una soluzione liquida in un aerosol. Il che potrebbe eliminare l’uso delle bombole spray. Punto critico il costo dell’attrezzatura e delle cartucce di CO2. La disponibilità sul mercato era, per quanto si sapesse, limitata ad un solo fornitore. L’aspetto positivo era la possibilità di utilizzo anche con soluzioni disinfettanti. • Nebulizzatore a batteria Una novità era costituita da un Nebulizzatore a batteria in grado di erogare micro-gocce di 25 µ. Il che ne consentirebbe l’utilizzo anche per disinfezioni mirate. Anche in questo caso sembrava esistere un solo fornitore. • L’Easy-Spray di Orma La soluzione che però sembrava raccogliere la maggior parte dei consensi era l’Easy-Spray. Attrezzatura che permette di usare le bombole spray mantenendole in posizione verticale (la più idonea al loro utilizzo) ma di poter dirigere il getto in tutte le direzioni. A rafforzarne l’interesse era anche il corredo a complemento di tre ugelli: il classico, uno ad ago e uno a punta flessibile. Un punto da approfondire era la possibilità di poter abbinare l’Easy-Spray alle bombole anti-vespa. Se la cosa fosse possibile si aprirebbero capacità operative di tutto rispetto. C’era solo un fornitore noto. In fase di progettazione era escluso l’uso di trappole collanti se non inserite in contenitore di sicurezza. Per entrambe le risorse tecniche la disponibilità sul mercato era abbastanza ampia. L’ultima attrezzatura esaminata è stata una pistola erogatrice di gel che sarebbe stata scelta fra quelle a minor costo. B) Risorse tecniche: prodotti blatticidi La scelta dei PMC era condizionata da due criteri: il primo era l’utilizzo di formulati pronti all’uso (quelli liquidi in base acqua e, per le aree elettriche, le bombolette spray). Il secondo era quello di concordarli con la ditta che aveva in appalto i servizi di disinfestazione. Unica eccezione all’assunto dei prodotti pronti all’uso era l’utilizzo del PyreGree 5.0. Insetticida liquido concentrato a base di Piretro Naturale in formulazione con solventi di origine vegetale biodegradabili. Il cui utilizzo si voleva estendere alla lotta di altri insetti qualora se ne fosse presentata la necessità. • Biodust di Italsan C) Risorse tecniche complementari Pur senza inserirlo nel protocollo il team tecnico decideva di segnalare al servizio di manutenzione, al responsabile delle cucine, al referente della ditta incaricata delle pulizie e a quello della disinfestazione di valutare l’utilizzo di un prodotto in grado di eliminare e tenere pulite le condutture degli scarichi l’esistenza di composto enzimatico in polvere (BE-2) erogato in modo automatico (BIODUST) in quanto ne è segnalata la capacità di attenuare indirettamente la proliferazione degli scarafaggi sottraendo loro un’importante pabulum alimentare. • IPM (Integrated Pest Management) Il mio contributo al gruppo di lavoro oltre che per alcuni aspetti relativi alle risorse tecniche sopra esposte che definirei “di routine”, si è focalizzato sulla necessità, quasi sempre presa in esame sul piano teorico ma spesso trascurata nella realizzazione di una banca dati di semplice gestione che consenta di registrare sia il cosa, il come, il chi e il dove l’intervento è realizzato sia di trarre delle indicazioni migliorative in modo semi automatico. Si può così avere l’esatto diario dei lavori in tempo reale (un esempio di risorsa informatica di ultimissima generazione è costituito dal programma Ticket). Particolare attenzione dovrebbe essere posta agli interventi di prevenzione fatti o pianificati in modo da controllare sia i risultati dei singoli interventi sia la valutazione del miglioramento generale degli standard. Gli obiettivi strategici sono due: il primo è consolidare i risultati ottenuti nel tempo con particolare riferimento a cosa si è fatto nell’area del pest-proofing. Il secondo di integrare i servizi di disinfestazione con quelli di manutenzione e di pulizia. Con piacere veniva condivisa la mia idea di progetto auto-adattativo ovvero strutturare i servizi su tre direzioni: intervenire per eliminare o ridurre al minimo possibile l’infestazione, contenere il rischio di re infestazione integrando i servizi di pulizia e manutenzione e “osservare per misurare, allertare e intervenire”, in sintesi stimare i risultati per mezzo di una corretta gestione dei dati. In conclusione le risorse tecniche disponibili si ritengono adeguate, le competenze tecniche operative migliorabili con i corsi teorico-pratici mirati alle specifiche esigenze i punti critici sono due: il primo è l’applicazione pratica dell’IPM e il secondo di carattere economico. Vero è che risolvere il primo comporterebbe in automatico una riduzione dei costi.
Considerazioni economiche e conclusioni
Il gruppo di lavoro in modo sintetico stimava necessario per la realizzazione del “progetto” circa 50 interventi fra “complementari mirati” e “di emergenza”. Una quota parte imputabili a costi fissi. In pratica si trattava di finalizzare una piccola parte dei lavori di manutenzione e di pulizia alla prevenzione “entomologica”. La parte restante era quantificata in 120-150 ore di lavoro più i prodotti stimati a circa 1.000 € mentre le quote di ammortamento si valutavano a circa la metà. A cui bisognava aggiungere gli oneri per la formazione e le riunioni di controlli gestionali. I costi della Sicurezza non sono stati presi in esame perché il loro importo non avrebbe inciso in modo significativo sul pino generale di questo importante capitolo. Come conclusione si possono prendere in esame alcuni punti della lotta alle entità infestanti contemplati nelle norme sulle buone pratiche igienico-sanitarie. Le entità infestanti, se ci sono non devono rappresentare un pericolo (il che ci porterebbe a smentire alcune norme che sottolineano “tolleranza zero”, concetto condivisibile ma utopistico. Pur tuttavia è innegabile che le norme esistono). Esse devono essere identificate e ogni parassita deve avere un’istruzione operativa adeguata. I monitoraggi, i controlli e le ispezioni devono essere documentate. Le responsabilità definite, le informazioni dei prodotti esaustive soprattutto per i casi di emergenza. Deve esistere uno storico (nero su bianco). Le trappole collanti devono essere posizionate in modo razionale e, in nessun modo, essere fonte di contaminazione. In caso di “non conformità” igienicamente pericolosa devono essere attuate immediate contromisure. I programmi di lotta devono essere costantemente migliorati infatti i risultati delle ispezioni e dei monitoraggi devono essere analizzate periodicamente in modo da valutare sia lo stato dell’arte sia le tendenze general. Tutto il personale a qualsiasi titolo coinvolto nella filiera dell’igiene deve essere in grado di riconoscere i segnali di pericolo e condividere la necessità di informare tempestivamente i suoi referenti.
Cos’è la BRC?
È una norma ad adesione volontaria del settore alimentare nata nell’area anglosassone nel 1998 che fissa gli standard per qualsiasi azienda della filiera alimentare di produzione, trasformazione e confezionamento. A titolo indicativo aggiungo che esiste la IFS (International Food Standard) nata nel 2000 nell’area franco-tedesca che fissa gli standard per la qualifica dei fornitori delle principali catene distributive europee.
Scheda bio-etologica EcoPlan
• NOME SCIENTIFICO: Blattella germanica • NOME ITALIANO: Blattella germanica – fochista - blatta grigia • NOME INGLESE: German cockroach • NOME SPAGNOLO: Cucaracha alemana - Cucaracha de cocina • INQUADRAMENTO SISTEMATICO Phylum: Arthropoda Classe: Insecta Ordine: Blattodea Famiglia: Blattellidae Specie: Blattella germanica • DIMENSIONI Ooteca: 7-9 mm Adulto: 10-16 mm • CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE Piccola blatta grigio-giallastra, con due bande scure longitudinali sul pronoto. Entrambi i sessi sono alati, ma volano raramente. Si arrampicano con facilità sulle superfici lisce poiché hanno zampe fornite di ventose. Sono lucifughe ed hanno istinto gregario. Tale specie è diffusissima in tutta Italia. • HABITAT Ambienti caldi, umidi e protetti quali abitazioni, ospedali, panetterie, bar, ristoranti, ecc.. In particolare si può rinvenire in gabinetti, cucine, distributori automatici di bibite, lavastoviglie industriali, impianti di condizionamento, ecc.. • ABITUDINI ALIMENTARI Onnivora, può arrivare a nutrirsi anche di colla di rilegature, carta da parati, cuoio. • CICLO BIOLOGICO Uovo > neanide > ninfa > adulto Durata del ciclo: 50-300 giorni Schiusura ooteca: dopo 14-20 giorni dalla deposizione N° generazioni/anno: policiclico N° uova femmina: 4-8 ooteche, contenenti circa 40 uova ciascuna Svernamento: in ambienti confinati i cicli sono continui Durata vita adulto: 128-153 gg • LIMITI TERMICI PER LO SVILUPPO Temperatura ottimale: 30-33°C • DANNI Vettore potenziale di diversi patogeni: contamina, sia con il proprio passaggio, che con feci e rigurgito, alimenti e suppellettili. Possibile insorgenza di manifestazioni allergiche in seguito al contatto con le deiezioni dell’insetto. • DIFESA Prevenzione Accurata pulizia e attenta gestione dei rifiuti. Protezione degli alimenti. Sigillatura di ogni crepa, cavità e fessura, con particolare riguardo a battiscopa, paraspigoli, contro soffittature, ecc. • Calendario dei trattamenti Eseguire 6-7 interventi all’anno, fino a 13 in caso di forte infestazione, con i primi 2 ravvicinati a 15-20 gg l’uno dall’altro. Periodi a rischio di infestazione sono quelli che coincidono con l’accensione e lo spegnimento degli impianti di riscaldamento. Prodotti (attenersi attentamente a quanto riportato in etichetta) • Estratto naturale di piretro • Piretroidi • Esteri fosforici a bassa tossicità • Carbammati • Antichitinizzanti • Esche gel • Attrezzature • Pompe a spalla - irroratrici • Nebulizzatori • Trappole • Tecnica del trattamento Irrorazioni centripete: iniziando dal perimetro si eliminano le vie di fuga (meglio usare prodotti residuali, però stananti); poi si procede trattando gli impianti elettrici con prodotti apolari, quindi le attrezzature con formulati abbattenti e, per finire, i pavimenti e le grandi superfici. In caso di necessità usare prodotti in polvere secca sotto le pedane. Con le dovute precauzioni, si può terminare con nebulizzazioni a forte carica abbattente. Le tecniche di disinfestazione devono integrarsi con quelle di pulizia e sanificazione. Il gel viene applicato a micro-gocce con apposite siringhe pronto uso nei luoghi frequentati dalle blatte. NB: I dati esposti hanno carattere puramente indicativo. Si ricorda che per i “prodotti” sussiste l’obbligo di attenersi alle prescrizioni esposte nell’etichetta; mentre per le attrezzature tale obbligo riguarda l’adeguarsi alle indicazioni del manuale d’uso e manutenzione. Siti consultati www.activa.it www.bayer.it www.bleuline.it www.ciffarelli.it www.colkim.it www.copyr.it www.ecobirds.com www.euroigiene.com www.foxsprayers.it www.genicco.com www.indiacare.it www.italsan.it www.martignani.com www.mida.it www.ormatorino.it www.sprayteam.it www.tifone.com www.zapiexpert.it